Rrientravo a casa a passo svelto attraversando il parcheggio difronte al mio palazzo, non ho paura del buio della notte nel mio quartiere e non mi sono mai sentita in pericolo.
– Ferma, ferma!!
Ho provato una fitta in tutto il corpo, ansia, panico e terrore hanno parlato per me ad alta voce: che c’è? Se qualcosa si nasconde nel buio, prima che emerga, il mio cervello ha il tempo di immaginare cose orribili.
– scuuuusa … ti ho spaventata …ma …
– accidenti a te! non potevi fischiettare, battere i piedi o le mani?!!per poco non prendevo una storta. Che fai in giro con la tuta? C’è anche Leone.
– comunque, stavo canticchiando. Gli tengo compagnia o forse lui tiene compagnia a me con questo freddo ….
– Da quando? Ha sempre vissuto liberamente, saprà cavarsela anche al buio e al freddo e tu sei grandicella per trovare altra compagnia, o no?
– Poverino, il veter… è vecchiotto e non ci vede tanto bene, sbatte contro le auto parcheggiate, lo sentivo dalla finestra della mia camera
– Il veterche??? Hai portato Leone dal veterinario? Gli hai anche messo il collare? Non dirmi che ora questo mulo a forma di cane profuma di borotalco, non ci posso credere, ti stai prendendo cura di lui?
– Si, Si, no, SI. Finite le domande mi dici come stai?
– Bene ma non cambiare discorso. Non voglio aggredirti perdonami, non ho mai pensato che questo canaccio sarebbe invecchiato o morto, lui è parte del quartiere come un arredo urbano.
– Forse è arrivato il momento di restituirgi il favore per averci sopportato, per avermi creciuta.
– Soffri molto?
– più si avvicina il momento della sua “partenza” meno mi sento in colpa per quante volte l’ho maltrattato. Il veterinario dice che non può sopportare questo inverno, forse nemmeno questo mese, ha bisogno di cure e di affetto.
– Ti sei presa un bel fardello e non è giusto che lo affronti da sola, domani lo dirò anche agli altri, potremmo almeno partecipare alle spese e a turno tenergli compagnia.
– No. Non dire nulla, ho deciso io di accudire Leone e non è solamente voglia di riscattarmi, gli ho sempre voluto bene e in questi ultimi dieci anni è sempre stato una presenza silenziosa, quasi capisse quando doveva avvicinarmi.
– E’ un rimprovero per la mia assenza?
– Macchè! è una considerazione che ora ti confido, non dire nulla, quello che faccio per me ha un grande valore, a raccontarlo ad alta voce sembra banale, quante persone raccolgono cani randagi e li accolgono come membri della famiglia. Mantieni il segreto, se lo racconti si sciupa.
Oggi ho parlato del mio segreto e l’ho sciupato.
Comprendo chi non vuole condividere una ricetta di cucina, sarebbe solo un elenco di ingredienti e di cotture per chi ascolta, invece raccoglie storie personali e familiari, sentimenti e ricordi che non si danno via in “dosi e preparazioni”
pane, burro e…….poesia!
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🙂
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che belllo il tuo racconto, anche io mi sento gelosa delle mie ricette.
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Non conosco la gelosia 🙂 sono certa che troverai chi avrà cura di custodire i tuoi segreti. a presto.
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