buono come il pane; pane per i suoi denti; è proprio un pezzo di pane…. quando preparo l’impasto, sento il bisogno di restare in silenzio concentrata ad ascoltare il soffice suono della farina che raccoglie l’acqua, il lievito e il sale per trasformarsi in una massa morbida come un tiepido cuscino di piume d’oca, dove le mani affondano e ne restano prigioniere per poco, avvolte in quelle radici che subito si ritraggono.
Oggi voglio raccontare di questo pane, realizzato con una farina di grano duro che in commercio è conosciuta con il nume di fantasia Kamut. Questo cereale egizio il cui nome Ka’moet dovrebbe significare – anima della terra – , ha origini antiche. Questa farina ad alto contenuto proteico, si presta bene per la preparazione in casa anche di pasta alimentare. Rispetto ad altre farine richiede meno acqua e una lavorazione manuale di circa dieci, quindici minuti.
occorrente per ottenere due pani
1/2 kg a Farina di kamut
340 gr di acqua fredda
15 g di lievito fresco (se non hai il lievito madre)
45 gr di olio d’oliva
10 g di sale
ricorda di preparare la teglia con la cartada forno e spolverizzata di farina, accendere il forno statico a 220° – cuoce per 25, 35 minuti.
Ti spavento subito dicendo che io impasto con acqua fredda, si hai letto bene non è un errore, FREDDA; procedo in questo modo, verso l’acqua nella terrina capiente e con le mani ci sciolgo il lievito, se voglio una lievitazione lunga di ventiquattro ore, aggiungo mezzo cucchiaino di zucchero, verso tutta la farina e inizio ad impastare, unisco un cucchiaio alla volta di olio e solo alla fine, quando il composto è sodo incorporo il sale. lascio lievitare sopra il tavolo coperto da un panno asciutto per un’ora. Con delicatezza riprendo la massa, la stendo con le mani e la riavvolgo, in questo modo l’aria penetra e servirà per un’altra lievitazione, ripeto questo passaggio diverse volte, ricompatto l’impasto sempre con gentilezza senza maltrattarlo e lascio lievitare una o due ore.
Questo è il momento che preferisco, raccogliere l’impasto e sistemarlo sulla teglia mentre gli do forma, lascio cadere la farina come fosse una coperta sottile che lo protegge e lo accompagna in forno. A piacere pratico i tagli diagonali in superficie, aspetto ancora venti, trenta minuti prima di iniziare la cottura. Sulla base del forno caldo sistemo un piccolo recipiente con acqua – 100 gr circa – per creare il giusto tasso di umidità e posiziono la teglia con il pane a metà altezza.
Chiudo lo sportello e aspetto, ora si può fare e ascoltare musica, chiacchierare, ma sempre vicino al forno a tener compagnia al panetto. Sbircio attraverso il vetro e vedo che cresce, cambia forma e penso all’amicizia come lievito che unito all’acqua cresce come il sentimento e quanto questo legame sia importante per la crescita di una farina come me.
leggo…..come fosse una favola!!!! eppoi…eppoi….
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eppoi…. cercherò sempre di pubblicare le mie sensazioni legate alle ricette.
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