mèraviglias, zìppulas e brùgnolus perchè vale la pena aspettare


Sono sempre in ritardo ……. sui post inerenti alle festività 🙂  forse perché non credo che una ricetta sia strettamente legata a una festa o una data. Questi dolci si possono realizzare durante tutto l’anno solare, perché sono dolci!

In Sardegna, dove convivono diverse tradizioni, la capacità evocativa del carnevale trova le sue massime espressioni nei diversi territori dell’isola, qui  Pierluigi Montalbano descrive accuratamente la tradizione, la storia di questi carnevali e cosa rappresentano, e se non li conosci potrai immaginarli.

Miti, leggende, storia, è la terra a restituire ancora oggi frammenti del passato: i giganti di Mont’e Pràma, di altezza tra i due metri e due metri e mezzo.
Sono rimasta affascinata quando ho letto la notizia che di recente sono stati resi visibili al pubblico i frammenti delle sculture nuragiche riportate alla luce alla fine degli anni ’70, riassemblate e restaurate.
Pare che in quel periodo un contadino della penisola del Sinis (Oristano), ripulendo il suo terreno, durante gli anni avesse ammucchiato una quantità di “sassi” che ne impedivano la semina; qualche pezzo fu sottratto e quelli rimasti furono un segno tangibile a conferma della presenza di un sito archeologico di rilievo, già individuato in scavi precedenti.

I dati impressionanti sono questi: 5.178 frammenti – 15 teste e 27 busti  – 5 arcieri  – 4 guerrieri  – 16 pugilatori –  13 modelli di nuraghe.
Gli Arcieri indossano una corta tunica e una protezione sul petto, hanno lunghe trecce di capelli e sulla testa un elmo a due corna. Il braccio sinistro, protetto da una guaina e da un guanto, imbraccia un arco. Il braccio destro è steso lungo il corpo con avambraccio e mano protesi in avanti. Le gambe sono protette da schinieri.

I Pugilatori indossano un gonnellino e sono a torso nudo. Li caratterizza la posizione del braccio sinistro, innalzato a sostenere uno scudo che protegge la testa, mentre il braccio destro, protetto da un guanto, regge il lato frontale dello scudo.

La terza tipologia è quella che si riferisce alla figura di un guerriero, dai pochi frammenti rinvenuti si nota che impugnava con entrambe le mani uno scudo circolare finemente decorato.

Ma quello che alimenta la mia curiosità è la descrizione data da Mont’e Prama Prenda ‘e Zenia – caratteristica comune alle statue è la resa del volto e in particolare degli occhi. Due cerchi concentrici, unitamente ad una fronte molto prominente che scende su un naso stilizzato e pronunciato, rendono lo sguardo delle statue magnetico e severo e trasformano l’incontro con gli occhi del visitatore in un’esperienza indimenticabile”

Mi riconosco in questi giganti per la fronte alta e il naso pronunciato; il ritardo con cui sono venuti alla luce ricorda da vicino il mio ritardo nel condividere queste ricette…sugli occhi magnetici sto ancora lavorando, la miopia fa il resto 🙂

Le dosi che ho riportato sono sufficienti per un assaggio a fine pasto, nel tempo le ho diminuite e non ti consiglio di moltiplicare le dosi  in un unico impasto, ma preparare separatamente le masse per la realizzazione.

Mèraviglias con miele e zucchero a velo

mèraviglias

mèraviglias con sfoglia arrotolata

L’originedei dolci sardi, il mito del tesoro nascosto.
Una donna, guidata da una luce, entrò nel grembo di una montagna e trovò una cassapanca piena di preziosi. All´improvviso i gioielli degli dei diventarono dolci per gli uomini.  Il segreto della loro fattura era scritto sulle tavolette di pietra. La donna portò il suo tesoro nel luogo della festa: tutti assaggiarono e furon presi da incantesimo.
Ancora oggi i dolci della festa rinnovano i piaceri dello sguardo e del gusto.

Doni di natura ma anche frutto di una cultura secolare.

occorrente per 25 /40 mèraviglias:
60gr di semola rimacinata Senatore Cappelli
40gr farina “0”
2 cucchiaini di zucchero
10gr di strutto o burro – morbido
1 uovo fresco
2 cucchiai di grappa
1 cucchiaino scarso di scorza grattata di limone
10gr di zucchero
1 cucchiaino scarso di lievito in polvere per dolci
miele- ideale quello di corbezzolo o di castagno
zucchero a velo
olio di sei di arachidi per friggere
– in tutti i prossimi passaggi ti consiglio, se possibile, di non fare uso di farina; se invece l’impasto è troppo morbido, limita al minimo la quantità della farina;
– la frittura, perché riesca bene, richiede molto, molto ma molto olio che farai scaldare a fiamma bassa;

  • la lavorazione dell’impasto, che  richiede poco tempo, puoi realizzarla a mano o con la planetaria mescolando tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo e liscio, saranno sufficienti 5 minuti se impastato a mano
  • metti la massa in una ciotola, copri con un telo di cotone pulito e lascia riposare per trenta minuti in luogo asciutto
  • prepara la sfogliatrice (con il mattarello è un lavoraccio!!) e a piccoli pezzi lavora la pasta. Mia zia mi diceva che la sfoglia è pronta quando scoppia per sette volte consecutive, ho verificato quanti passaggi occorrono per ottenere questo risultato e posso dirti che ne ho contati 21  🙂 ci vuole pazienza;
    ti dico come procedo: divido in quattro parti la massa e passo il primo pezzo alla sfogliatrice con apertura massima della rondella (6), per un totale di 17 volte, ad ogni passaggio  ripiego la pasta per sentire quando inizia a formare la bolla che scoppia, riduco l’apertura (4) e passo una sola volta, riduco  ancora (2) e passo la sfoglia una volta, a questo punto prima dell’ultimo passaggio hai due opzioni:
    1: per 40 / se vuoi una mèraviglia a strati, posiziona la rondella all’ultimo foro (1) e passa la sfoglia 2 volte di seguito, taglia la sfoglia a triangolo (non è necessario che sia preciso) con base larga circa 7 centimetri e lunghezza di 20 centimetri; per sovrapporre la sfoglia adagiala con movimento a zig-zag e procedi alla frittura in padella  per pochi secondi da ambo il lati;
    2: per 25 /se invece vuoi la sfoglia tipo frappa, regola la rondella della sfogliatrice al penultimo foro (2) e passa la sfoglia per una sola volta, ritaglia a strisce di 4 centimetri di larghezza e lunghe 13 centimetri e procedi alla frittura per pochi secondi da ambo i lati
  • scola bene dall’olio e versa qualche riga di miele sopra le sfoglie e spolverizza con lo zucchero a velo.

Zippulas cun matafaluga

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zippulas

occorrente per 20 zippulas:
100gr di latte fresco intero
8gr di lievito di birra fresco
100gr di patata lessa
100gr di semola rimacinata Senatore Cappelli
100gr farina “0”
1 uovo fresco
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di succo d’arancia
1 cucchiaino raso di buccia d’arancia grattata
1 cucchiaino raso di buccia di limone grattata
1 pizzico di zafferano
4 cucchiai di liquore all’anice (matafaluga dal catalano: anice)
olio di arachidi per friggere
latte intero fresco per le mani
ciotola con zucchero semolato

  • intiepidisci il latte e versalo sulla patata schiacciata, aggiungi il lievito fresco e amalgama, versa nella planetaria e aggiungi tutti gli ingredienti nell’ordine elencato, fai impastare per due minuti aumentando progressivamente la velocità fino a metà della potenza della tua impastatrice (contenitore molto capiente se procedi con la lavorazione manuale e devi schiaffeggiare l’impasto con la mano aperta partendo dal basso e sollevando verso l’alto per due o tre minuti)
  • il composto non risulterà solido e compatto ma morbido e appiccicoso, copri il contenitore con pellicola trasparente e riponi in luogo asciutto a temperatura di 25° per 2 ore
  • trascorso il tempo l’impasto sarà raddoppiato di volume, ripeti lo schiaffeggiamento per 5 minuti se procedi manualmente, con l’impastatrice procedi aumentando la velocità fino alla massima potenza per 1 minuto, in questa fase è importante che l’impasto inglobi quanta più aria possibile, copri nuovamente e lascia lievitare per un’ora
  • l’impasto sarà schiumoso alla fine della seconda lievitazione, prepara una ciotolina con un poco di latte freddo, quando l’olio in padella sarà ben caldo intingi le dita di una mano nel latte e con un cucchiaino da tè raccogli un poco di impasto, con le dita umide di latte fai scivolare l’impasto che a contatto con l’olio caldo subito si gonfierà;  per far cuocere anche l’altro lato, con una forchetta capovolgi la frittella  e tienila immersa nell’olio per qualche secondo, questo ti permette di versare altro impasto e proseguire la frittura, occorre poco più di un minuto per completare la cottura di una zìppula
  • scola bene dall’olio su carta da cucina e passa nello zucchero semolato, aspetta che siano tiepide prima di gustarle.

Se non vuoi consumarle subito (a me piace averle pronte tutto l’anno) puoi conservarle in frigo al massimo per tre giorni o congelarle, in questo caso dopo la cottura lascia raffreddare le frittelle e poi procedi alla conservazione senza ricoprirle di zucchero;
quando vorrai consumare le zìppulas:  scongela, scalda il forno alla massima temperatura e poi spegni e inserisci le frittelle per 1 minuto, infine cospargi di zucchero.

Brùgnolus

brùgnolus

brùgnolus fritti  al Ficotto

occorrente per circa 20 brùgnolus:

100gr latte intero fresco
12gr burro di qualità
1 cucchiaino raso di buccia d’arancia grattata
1 cucchiaino raso di buccia di limone grattata
50gr di farina “0”
1 uovo
semi di stacca di vaniglia
1 pizzico di zafferano
2 cucchiaini scarsi di lievito in polvere per dolci
olio di arachidi per friggere
ciotola con poco latte per le mani

anche in questo caso due sono le varianti:  fritta o  cotta al forno (per cui ti servirà la sac a poche)

  • scalda il latte con la buccia degli agrumi, il burro e semi di vaniglia, quando vedi che si formano delle piccole bollicine sulla parete del tegame versa lo zafferano e tutta la farina insieme, mescola fino a quando la massa si addensa e si stacca dal tegame  incordandosi  al mestolo, trasferisci l’impasto nella ciotola della planetaria e aspetta che sia tiepido
  • dopo 10 minuti circa, puoi aggiungere l’uovo e il lievito, fai  amalgamare  per ottenere un impasto omogeneo e compatto
  •  la frittura: inumidisci le mani con il latte e preleva poco impasto cercando di modellare a forma di sfera e versa in padella nell’olio caldo, pochi secondi e i brùgnolus saranno cotti, scola su carta assorbente
  • puoi procedere come per le zìppulas e passarle nello zucchero oppure accompagnare con il Ficotto
    o del vino cotto alla cannella;
  • al forno a 180°: prepara una teglia da forno rivestita con carta da forno, riempi la sac a poche con l’impasto e versa piccola dosi come per i bignè, fai cuocere per 20 minuti circa ( dipende dal tuo forno) poi spegni il forno, socchiudi lo sportello e lascia riposare per 5 minuti per favorire la l’uscita dell’umido;
    questa cottura ti permette di farcire i brùgnolus non solo con marmellata o crema pasticcera ma anche con una farcia salata.

Se come me non sei di quaresima, friggi tutto e festeggia: buon marzo.

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Una risposta

  1. Che bei piatti. Io poi adoro la Sardegna, in special modo mi affascinano la sua lingua e la sua storia. E anche la tradizione culinaria è cosi particolare… Grazie mille!

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