mandorla arrubia, pomodoro e oliva da confetto, il mio amuse bouche preferito


Alle olive non voglio dire di no, riesco a mangiarne una quantità spropositata: nere, dolci, salate, greche……. Delle numerose varietà presenti in Sardegna le cultivar più importanti le ho assaggiare quasi tutte; dal Campidano sud-occidentale fino ai territori della Nurra e nel Sassarese, le olive per l’impiego oleario sono la Tonda di Cagliari (di alta qualità e oliva da tavola),  la Semidana (rivalutata di recente,  il cui olio  è caratterizzato da fruttato leggero e delicato),  la Nera di Gonnos (località Gonnosfanadiga –olio fruttato intenso dal gusto mediamente amaro e piccante, anche oliva da tavola), la Pizz’e Carroga (becco di cornacchia) è presente in tutta l’Isola, poco adatta alla lavorazione come oliva da mensa, la Terza grande, l’Olia Niedda (oliva nera –potrebbe identificarsi con le cultivar Paschixedda e Nera di Villacidro, adatta anche per la lavorazione come oliva da mensa in nero) e la Bosana (località Bosa – oliva nera da tavola). Ognuna di queste varietà ha delle caratteristiche che la distinguono dalle altre.

Sono presenti anche dei cultivar minori non molto diffuse e in territori circoscritti: Sivigliana Sarda, Paschixedda (pronuncia paschiscedda che significa Natale) , Cerexia (pronuncia cèresciaciliegia), Confetto, Olièddu (foglie di ulivo), Cornetti, Pezz’e Quaddu (carne di cavallo), Corsicana, Majorca, Pizzuda, Terza piccola e Oliastrina.

oliva confetto

oliva confetto

Alla base di questa semplice preparazione c’è l’oliva confetto che insieme alla tonda di Cagliari è comunemente usata per la salamoia, la prima di sapore prevalentemente amaro rispetto alla seconda.

Procedere per la salamoia con
– la fase uno addolcire: pratica delle incisioni sul lato lungo delle olive, conserva in vasi di vetro o metallo (mai la plastica) per dodici giorni in abbondante acqua fredda, con l’accortezza di cambiare l’acqua ogni giorno; alla fine assaggia le olive e decidi se il grado di amarezza è di tuo gradimento, altrimenti prosegui questa fase fino a quando il sapore sarà quello giusto per te.
– la fase due la salamoia: fai scaldare la quantità d’acqua dei vasi che contengono le olive con scorza d’arancia e sale (intorno ai 100 grammi per litro), fai raffreddare completamente e prima di versare la salamoia nei barattoli, scola le olive dall’acqua di conservazione.
– la fase tre aromatizzare: dopo qualche giorno (sempre secondo il tuo gusto) le olive avranno incorporato la giusta quantità di sale, a quel punto puoi scolarle dalla salamoia; fai bollire la quantità d’acqua dei vasi che contengono le olive con qualche foglia di alloro fresco, finocchietto selvatico secco in abbondanza e sale (in questo passaggio la dose è di circa 50 grammi per litro) importante – se eccedi con il sale le olive si conserveranno più a lungo ma saranno troppo salate, al momento di consumarle dovrai provvedere a risciacquare in abbondante  acqua per qualche ora; se diminuisci la dose, la polpa dell’oliva diventerà molle e si conserverà per meno tempo.
L’acqua dovrà bollire fino a raggiungere una colorazione dorata, lascia raffreddare  poi suddividi le olive in barattoli e ricopri con la salamoia, chiudi ermeticamente e riponi in luogo fresco e asciutto.

Una variante per insaporire le olive dopo qualche settimana dall’ultima fase

  • scola completamente la salamoia e asciuga con un panno le olive e riponile nei loro vasi, anche questi ben asciutti;
  • in padella versa olio extravergine di oliva (la quantità che servirà a ricoprire le olive nei barattoli), aggiungi foglie di prezzemolo, peperoncino, aceto di mele, qualche fogliolina di menta, origano fresco, capperi tritati e un pizzico di sale, fai scaldare a fiamma bassa e porta a 65° gradi, togli dal fuoco e lascia raffreddare poi versa sopra le olive e richiudi i barattoli ermeticamente.

amuse bouche di oliva confettata, pomodoro datterino
e scaglie di mandorla arrubia

DSCF8937

Sa mindula Arrubia (mandorla rossa) dal sapore rustico. La preferisco per preparazioni salate,  leggermente più grande della mandorla  Schina de porcu (schiena di maiale) che invece è molto apprezzata per la realizzazione dei dolci caratteristici sardi come il torrone e gli amaretti.

occorrente per 8 amuse:
olive confettate scolate dall’olio di conservazione e denocciolate ( in commercio trovi olive già condite)
1 spicchio di aglio
un pizzico di peperoncino
qualche ago di rosmarino
un pizzico di scorza grattata di limone
pomodori datterino
due o tre mandorle arrubia
qualche foglia di origano fresco
sale, pepe
olio extravergine d’oliva
1 foglia di basilico
fette di pane sciapo
fiocchi di sale all’aglio orsino Falksalt

  • taglia i pomodori in quattro spicchi  ed elimina i semi e la buccia, taglia a piccoli pezzetti e riponi in una ciotola con: foglie di basilico e origano finemente affettate, poco aglio schiacciato con la punta del coltello per ridurlo in crema, olio extravergine, sale e pepe;  mescola bene e lascia riposare per trenta minuti almeno
  • trita le mandorle grossolanamente e versale in una padella calda, fai scaldare e tostare per un minuto, non devono prendere colore
  • trita le olive con qualche ago di rosmarino, poi unisci la scorza di limone e versa in una ciotola a riposare con un filo di olio extravergine e il peperoncino
  • fai tostare leggermente le fette di pane non troppo spesse, spalma sulla superficie il battuto di olive e sopra i pomodori, decora con le mandorle tostate e guarnisci con chips di polenta o di riso o di pecorino

spero che marzo sia buono.

firma

 

 

Una risposta

Lascia un commento