melannùrca al caramello, la tentazione della dolcezza


Un rito che nella mia famiglia si è sempre perpetrato, è quello di concludere il dopo cena con un dolcetto.
Il mio babbo, che produceva un liquore di mirto denso e dal colore viola che tingeva il bicchiere, a fine serata si concedeva due dita del suo liquore preferito che versava in un piccolo bicchierino da rosolio e sorseggiava. Ero ancora minorenne per condividere il gusto di quell’elisir, ma non volevo essere esclusa dalla magica atmosfera che avvolgeva quel momento dove erano presenti anche i miei fratelli e quindi per me c’era un dolcetto speciale: il carrarmato, una barra spessa di cioccolato di vari gusti, formato da quattro grossi quadrati; il mio preferito era quello bianco al latte, di colore giallo paglierino e dal profumo di vaniglia che ancora ricordo.

A dirla tutta, il cioccolato è stato usato da mio fratello maggiore, Il Melis, per farmi smettere di avere paura del buio. Suo era il compito di rifornirmi della dose consentita di questa sostanza golosa, rappresentata da un quadrato al giorno e quindi avevo l’autonomia per soli quattro giorni.

Aspettavo impaziente il rientro di mio fratello, enfaticamente lo abbracciavo al suo arrivo e senza alcuno sforzo di trattenermi gli domandavo del carrarmato che puntualmente lui diceva di aver dimenticato nel portaoggetti della lambretta! E dove stava la lambretta?? Parcheggiata nella cantina buia del sottoscala!
Puntualmente iniziava lo show: gli chiedevo di andare a prendere la cioccolata perchè la cantina era buia ed io avevo paura, lui rispondeva che se avessi voluto potevo farlo da sola e che non avevo nulla da temere, conoscevo la cantina e dove era il cioccolato; un tira e molla che durava almeno cinque minuti con Il Melis che argomentava con una bambinetta di cinque anni che con ripetuti abbracci e bacetti aveva la meglio sul barbuto dal cuore tenero 🙂 In famiglia conoscevano già l’esito, ma speravano in una conclusione differente.

Ma venne il giorno che tutti si aspettavano e quella volta mio fratello fu determinato a non darmela vinta; nei giorni precedenti mi aveva fatto credere che mentre apriva lo sportellino dove aveva messo il carrarmato, un topolino lo rubò per mangiarlo. Dopo qualche giorno  Il Melis si piazzò davanti a me con le chiavi della cantina e mi disse “lo vuoi il dolcetto? vai di corsa a prenderlo prima che se lo mangio il topolino”.

Avrei potuto farmi sottrarre cibo da un roditore? Non sia mai.

L’epilogo è prevedibile, al dolcetto non avrei mai e poi mai rinunciato!

Ancora oggi, con Tuttopensare, i nostri dopo cena si  completano con un dolcetto: cioccolato d’inverno e gelato d’estate

 annùrca con caramello e crema alla cannella, composta di mele
e cialda croccante al sesamo e semi di papavero

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In Italia sono presenti molteplici varietà di mele, se ne contano duemila specie, ma bisogna tener conto di quelle estinte e irreperibili e delle tipologie i cui si attribuiscono nomi differenti. Il melo ha subito una lunga opera di selezione che ha permesso un notevole miglioramento sia nelle caratteristiche originarie di produttività, sia nella qualità e nella conservabilità dei frutti. Le varietà di mele possiamo distinguerle in base all’epoca di maturazione, che può essere estiva, autunnale e invernale.
Oltre alla varietà dei colori di questo frutto, ci sono mele particolari per le loro proprietà e per la curiosità dei loro nomi: quelle terapeutiche di Amelia in Umbria, la mela  zitella (cerina) che sembra fatta di cera e tanto piace all’orso marsicano, la mela del castagno anche questa umbra che pare sia nata spontaneamente dentro il tronco di un castagno, la cox orange di cui si dice che quando la agiti, emetta un leggero suono a causa dei semi che sono quasi staccati dalla polpa.
Ma la
Regina delle mele è l’annùrca! Originaria del sud dell’Italia in particolare della Campania, riconosciuta con il marchio IGP; dalla buccia di color rosso vinoso e succosa, sprigiona un profumo intenso che induce in tentazione.

annurca

 Le mele sono un piacere per gli occhi, oltre che per il palato.

occorrente per due commensali:
2 mele annùrche
fava tonka grattata
zucchero
acqua

cialda
50 gr semi di sesamo
25 gr semi di papavero
65 gr  zucchero a velo
50 gr di burro fuso
25 g di farina “0”
20 g di succo d’arancia

caramello
70 gr  zucchero
15 gr di acqua

cremosa alla cannella Bacco

  • cialda: in una piccola ciotola mescolo tutti gli ingredienti e metto a raffreddare in frigorifero per venti minuti; riprendo l’impasto ben freddo e formo delle palline grandi come una noce e le dispongo sulla teglia con carta forno, premo leggermente con il pollice e passo in forno a 185 ° per  quindici minuti, l’impasto si appiattisce restituendo un disco croccante e sottile, lascio raffreddare
  • caramello: in un piccolo tegame lascio sciogliere lo zucchero a fiamma bassa, quando raggiunge la colorazione ambrata spengo la fiamma e molto lentamente verso l’acqua a filo, prestando attenzione al vapore che si andrà a creare e mescolo con la frusta
  • mele: sbuccio le mele, taglio la calotta  superiore (che metto da parte) e scavo al centro per asportare il torsolo e dispongo ogni frutto sopra un foglio di carta da forno, verso il caramello nel foro della mela, spolverizzo con fava tonka grattata,  chiudo la carta e metto in forno a 190 °  per venti minuti. A cottura ultimata sforno, apro il cartoccio e lascio raffreddare
  • con la fiamma del cannello caramellizzo leggermente la superfice della mela, verso la crema alla cannella nella sac a poche e finisco di riempire il foro delle mele
  • con gli scarti delle calotte delle mele realizzo la composta in queste proporzioni: 1 parte frutta, 1/2 di  acqua, 1/2 di zucchero (io ho pesato 40gr di mela, 20gr di acqua e 20gr di zucchero); in un piccolo tegame lascio cuocere a fiamma bassa per venti minuti, frullo il composto e lascio raffreddare
  • nel piatto verso la composta di frutta, dispongo la mela farcita al centro con la cialda, completo con qualche goccia di caramello rimasto.

Questa ricetta promuove l’iniziativa di Terra di Fuoco

logo terra di fuoco

bacco

firma

 

Una risposta

  1. Mamma mia che delizia, il tuo racconto e’ troppo bello Sally, il carrarmato, a me piaceva quello con la carta blu, mi pare, al cioccolato fondente, tra tutti questi prodotti ci sono ancora le Rossana, io le adoro, un bacione, e’ un vero piacere leggerti, buon weekend, con affetto Laura.

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    • ciao Laura,sei molto cara, grazie.
      abbiamo gli stessi gusti in fatto di dolcetterie 😉
      mi viene in mente che potremmo lanciare un invito a tutte le blogger, a recuperare questi dolcetti dell’infanzia 🙂 sarebbe divertente scoprire che fine hanno fatto!
      besos
      Sally

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      • Sai che e’ una bella idea, pero’ penso che la maggior parte dei dolci di quegli anni non ci siano piu’, adesso ci sono prodotti light, se ci pensi una volta erano davvero troppo calorici, meglio la torta della mamma, come quella di mele, che bei ricordi, io a scuola mi portavo il buondi e mi sembra di averlo visto al supermercato ma forse e’ una merendina piu’ recente, baciotti e buona serata, tvb!!

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