peperoni di Carmagnola al riso selvaggio, una proposta che non si rifiuta


La prima volta che mi fece la proposta era tarda notte, uno tra i primi appuntamenti. Eravamo soli nella casa dei suoi genitori, era inverno e faceva freddo ……. e  mi disse: vuoi …….? Aprì il frigorifero e tirò fuori una bottiglia di latte. Ho detto si.

Da quando frequento Il Tuttopensare…anzi, mi correggo: da quando Lui mi frequenta (non tutti i mali vengono per nuocere) ho ripristinato una buona abitudine: quella di bere un lungo sorso di latte. La notte, prima di andare a dormire, c’è il rito di “vuoi un sorso di latte?” Freddo e intero.
Cosa vi era venuto in mente? Non siate maliziosi, un blog di cucina può contenere solo ricette e qualche vezzo 😉

Tra le consuetudini alimentari  credo che un pasto non sia soddisfacente se mancano le verdure e non si completi con un dolcetto.

Oggi è il turno degli ortaggi, per il dolce ……. provvederò.

Quanti storcono la bocca quando vedono ricette che contengono il peperone? Lo so, c’è a chi non  piace e a chi risulta indigesto, poi c’è chi sostiene che mangiarlo la sera, come l’arancia, non si digerisce a prescindere. Sono fortunata, riesco a digerire anche i sassi purchè ben cucinati 😉 e a qualunque ora della notte.

peperoni di Carmagnola farciti con riso rosso all’uvetta e pinoli

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Di peperoni ne esistono differenti varietà, forma e sapore; un ortaggio che in Europa fece ingresso dopo la scoperta dell’America e identificato con il termine botanico capsicum, che ha due possibili derivazioni:dal latino capsa “scatola”, o dal greco kapto “mordere avidamente”. Considerata una pianta ornamentale, Leonardo Da Vinci lo essiccava per estrarne pigmenti per i suoi affreschi. Il peperone appartiene alla famiglia delle solanaceae (come le patate, le melanzane e i pomodori); per quanto si creda il colore del peperone è: rosso dalla polpa croccante e zuccherina, giallo più tenero e succoso, mentre quello verde viene raccolto prima che raggiunga la piena maturazione.
Il peperone di Carmagnola, località da cui prende il nome è tipico del Piemonte, si coltiva in ventisei Comuni tra le provincie di Torino e Cuneo. Questa specialità di peperone, riconosciuta dal Ministero per le politiche agricole, attende la certificazione di Indicazione Geografica Protetta.

 occorrente per due commensali:
4 grossi peperoni gialli o rossi
di Carmagnola
1 pomodoro S. Marzano maturi
2 cipolle bianche
2 spicchi d’aglio
1 rametto di timo
150 gr di riso rosso selvaggio a grani lunghi
20 gr uvetta
20 gr di pinoli
1 bicchiere di brodo vegetale
6 cucchiai di olio extra vergine di oliva
1 cucchiaino di semi di coriandolo
sale, pepe nero al mulinello
preparo il forno a 160° statico

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  •  sciacquo il riso sotto l’acqua corrente fino a quando l’acqua sarà limpida
  • sbuccio  i pomodori ed elimino i semi, poi sminuzzo la polpa; sbuccio e trito finemente le cipolle e l’aglio; scaldo il brodo
  • In una padella con un filo d’olio metto a rosolare la cipolla, aglio e pinoli a fiamma bassa, lascio cuocere fino a quando la cipolla diventa morbida e trasparente, a questo punto verso il riso e mescolo continuamente fino a quando diventa lucido, verso il brodo bollente, l’uvetta, la polpa di pomodoro, i semi di coriandolo, il timo, sale, pepe e lascio cuocere fino a quando una buona parte del brodo viene assorbito, il risu risulterà un poco brodoso, lascio intiepidire
  • lavo e tagliao il cappello ai peperoni,  elimino i semi e riempio con il riso, ricopro e metto gli ortaggi nella padella conditi con un filo d’olio e in forno per 40 minuti.

Oggi mi trovo a Iguazu e questo articolo esce in “differita” 😀 pensavate di esservi liberati di me? Grazie alla tecnologia sono virtualmente con voi 😉
Conoscete i coatimundi? li saluterò per voi.

 

besos

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