Di recente a teatro, il Nino Manfredi di Ostia, ho assistito alla rappresentazione di Giorgio Albertazzi che racconta Puccini. Avevo il timore che la messa in scena fosse impegnativa, che non avrei mantenuto la concentrazione o peggio che mi sarei annoiata. Nulla di tutto quel che avevo previsto, il Maestro ha sostenuto un monologo iniziale che mi ha preso da subito; tra ironia e distacco ha percorso la vita dell’autore, identificandosi in lui per ripercorrere i suoi passi, i legami sentimentali con le donne, diventate poi i personaggi femminili dei suoi drammi. L’attore ha esordito dicendo che spesso il lavoro di un artista è scopiazzato, saccheggiato, per essere usato in parte, da altri compositori. Un vero furto.