L’ultimo appuntamento del 2012 al teatro Nino Manfredi di Ostia è stato con la divertente commedia di Gabriele Pignotta.
Una coppia di giovani sposi diversamente innamorati, cioè l’uno ama l’altra fino a quando l’uno diventa l’altra e viceversa.
Ci riprovo: arrivati a un punto della relazione, come succede molto spesso, i due si rinfacciano i rispettivi difetti, riconoscendosi diversi e quindi lontani.
Per ritrovare l’armonia e il sentimento che li ha uniti, ricorrono all’aiuto di un consulente che pratica l’ipnoterapia ……. hai capito come va a finire?.
Beh, come posso non trovare attinenza con il cibo?
Da quando la cucina Francese ha esportato ricette, tecniche e terminologia, tanti chef creativi e intraprendenti hanno contribuito all’evoluzione culinaria rielaborando i piatti classici per prospettarci una nuova visione del panorama gastronomico, hanno apportato il cambiamento, hanno proposto l’alternativa a quel sapore già conosciuto.
Chi dice che le idee in cucina sono finite, credo non consideri un altro aspetto: il rapporto che il consumatore, buongustaio o gourmet ha con il cibo.
Aumenta il numero di appassionati di cucina che si cimentano ai fornelli domestici e quelli delle trasmissioni televisive, sono innanzitutto fruitori che presentano nelle loro ricette un cambiamento, spesso sono riproposti i piatti della tradizione, intramontabili e vincenti.
In tutto questo io colgo l’intenzione di voler essere protagonisti e non ospiti quando si tratta di cucina, come un richiamo a voler ricominciare dalle basi per trovare un’altra interpretazione alla pietanza. In questo percorso ogni nuova versione del cibo troverà apprezzamento.
Quante ricette si prestano a essere ipnotizzate per passare dal dolce al salato, da essere antipasto a piatto di mezzo; mi viene in mente il pane, impasti base come la frolla, il muffin, il bugalof (nome della mia ricetta di torta-focaccia che può essere salata o dolce, sostituendo tre ingredienti).
Alla fine cosa resta? Che nella varietà di proposte alimentari, il nostro personale gusto è soddisfatto dalla pietanza che ci piace così com’è.
Ho scelto questa mia ricetta
Budini di riso ai frutti di bosco
Occorrente per 8 budini
230gr latte *
180gr riso originario *
2 albumi *
sale un pizzico *
1 foglio di colla di pesce o due pizzichi di agar-agar *
60gr mandorle pelate *
65gr zucchero
25gr rum
essenza di mandorle qualche goccia
vanillina un pizzico
frutti di bosco
Lascia il riso sotto l’acqua corrente per dieci minuti poi cuoci per dieci minuti in abbondante acqua, scola e risciacquare per eliminare l’amido.
Metti in ammollo il foglio di colla di pesce in acqua fredda.
Fai prendere bollore al latte e versa il riso freddo, aggiungi il sale e cuoci fino a far assorbire tutto il latte, versa lo zucchero e la colla di pesce ammorbidita e spegni il fornello, poi frulla per ottenere una crema liscia, se necessario passala al colino.
Monta a neve ferma gli albumi e uniscili al riso ancora caldo, mescola con delicatezza, aggiungi mandorle tritate finemente, vanillina, essenza di mandorle e il rum, amalgama il composto e versa in 8 stampini per dolci.
Fai raffreddare a temperatura ambiente, poi metti gli stampini in frigorifero per far solidificare i budini, quando saranno pronti, sformali e spolverizza con zucchero a velo, decora con i frutti freschi, alcuni puoi frullarli con poco zucchero per completare la decorazione del piatto.
La versione salata la ottieni sostituendo gli ingredienti senza asterisco *, con:
zafferano
parmigiano tre cucchiai abbondanti
noce moscata un pizzico
Per accompagnare i budini salati, se non li servi come piccolo appetizer, puoi friggere alcuni bastoncini di zucchina o di melanzana.