Mia madre cucinava le pietanze migliori nei giorni di festa, tra tutte io preferivo il risotto in bianco con la salsiccia. Questi pasti si concludevano sempre con il dolce che lei comprava nella pasticceria delle sorelle Scuda.
Ogni domenica subivo mal volentieri la tortura di andare in chiesa, ma sapevo che dopo la funzione sarei stata ricompensata dal mio dolce preferito, intanto fantasticavo di essere altrove per non sentire la puzza di incenso. All’ultimo segno della croce scattavo fuori dai banchi per correre in pasticceria ad addentare la pesca all’alchermes e a guardare l’espositore con le pastarelle che mia madre sceglieva con cura: alla panna, cioccolato, zabaione … quegli ultimi minuti avevano il potere di cancellare l’ora precedente e far pace con mia madre.
Ogni domenica mi faceva mettere un vestito rosa con merletto bianco, calze di cotone, scarpette di vernice e capelli legati con due code tanto tirate da farmi venire mal di testa, insomma un pacchetto regalo pronta per annoiarmi ogni volta.
Quella domenica le cose cambiarono: grazie ad un leggero ritardo i banchi della chiesa erano già occupati tranne un piccolo spazio vicino a una donna con un bimbo mio coetaneo che stava peggio di me: indossava gilet e farfallino. Solo per un attimo ci trovammo seduti fianco a fianco, ma mia madre percepì lo scambio di sguardi da futuri mascalzoni e ci separò prendendo posto tra di noi.
Ma non potè evitare lo scambio di sguardi e la complicità che diedero inizio al gioco pericoloso: allungare la gamba e con la punta del piede sfidarsi chi per primo avrebbe sfiorato l’inginocchiatoio senza perder l’equilibrio. Le mamme vedono e la sua con un accenno di sorriso e un leggero movimento del capo lo invita a restare composto, la mia mi fulmina con lo sguardo e tra i denti sussurra: “ferma e composta!”
Per fortuna a noi piccoletti era permesso stare seduti per gran parte della messa, momenti utili per sfidarci e misurarci: sporgersi in avanti per toccare con le dita il libro delle preghiere sul ripiano e, prova finale, portare le ginocchia al petto senza l’aiuto delle mani! Le competizioni si arricchivano di smorfie, linguacce e in caso di vittoria gesti espliciti per sminuire l’avversario. Eravamo abili a muoverci sul filo di un rasoio senza perderci né perdere d’occhio le mamme durante le nostre acrobazie, ma il multitasking non era tra le nostre competenze e a “quelle due” non sfuggiva nulla. Vinceva sempre lui e portava a casa un altro punto. Finita la messa, tutti a casa.
In sostanza le mamme si scambiarono il segno della pace e all’uscita dalla chiesa anche un sorridente saluto con la promessa di rivedersi.
Diventò interessante andare a messa tanto che il mio passo era veloce quasi come quello di un adulto o forse saltellavo per arrivare in fretta.
Quel bambino, nemico dentro la chiesa, diventò il mio amico quando sua madre invitò la mia a prendere un caffè a casa loro, vicino alla piazza. Ci trovammo faccia a faccia, ma questo confronto in altezza lo vinsi io, la sua fronte a malapena mi sfiorava il mento, mi sentivo invincibile, ma lui sorrideva e mi spiazzava.
All’entrata della sua casa c’era un grande cortile circondato da ortensie e gigli bianchi; dopo i convenevoli “è permesso?” – “prego, si accomodi come fosse a casa sua” (esortazione che interpretavo alla lettera, ma con mia madre al fianco durava poco), la padrona di casa esortò mia madre ad entrare nella sala degli ospiti “lasciamo giocare i bambini e prendiamoci un caffè …. ”
Due minuti di libertà, solo due minuti e non ci siamo scambiati nemmeno i nomi, lui resterà l’amico della domenica.
Com’è andata a finire? ci perdemmo di vista, perchè in seguito fui dispensata dalla messa.
Ti propongo la ricetta di un dolcetto che non aspetta la domenica per essere cucinato 🙂
due di domenica
occorrente per due commensali:
base
60gr di biscotti al cioccolato
20gr di cacao amaro in polvere
15gr di burro fuso.
– Nel frullatore a immersione mescolo gli ingredienti.
impasto
16gr di farina tipo “0” setacciata
60gr di formaggio Fior di Mugello tagliato a piccoli pezzi
35gr di zucchero
1 tuorlo
25gr di panna fresca
estratto di vaniglia.
– Nel frullatore mescolo gli ingredienti e ottengo un impasto cremoso e liscio.
sfere di mandorla
25gr di farina di mandorle
un cucchiaino di panna fresca.
– Mescolo gli ingredienti e preparo sei piccole palline.
salsa di zucchero
125gr di panna fresca
55gr di burro
55gr di zucchero di canna.
– In tegame a fiamma bassa mescolo gli ingredienti per cinque minuti per far sciogliere completamente lo zucchero.
gelè di albicocche
200gr di polpa di albicocche mature
15gr di Cognac
100gr di zucchero
10gr di agar-agar setacciato.
– In tegame cuocio gli ingredienti a fiamma bassa per venti minuti, poi con il frullatore a immersione riduco a crema e passo al setaccio.
polvere di alloro
10 foglie di alloro fresche ben lavate e asciutte, le foglie devono essere spesse e di colore intenso.
Nel piatto del forno a microonde, ricoperto di carta da forno, sistemo le foglie distanti tra loro e cuocio alla potenza di 700W trenta secondi per volta fino a quando le foglie saranno ben a secche e croccanti poi le riduco in polvere al mortaio e passo al setaccio.
Nella teglia ricoperta con la carta da forno sistemo due coppapasta ad anello alti 6 centimetri e 9 centimetri di diametro, verso la base di biscotti e premo bene, sovrappongo metà dell’impasto in ogni anello e sistemo tre palline di mandorla, ricopro con l’impasto rimasto. Cuocio in forno a 120°C per quindici minuti fino a quando la superfice prenderà un leggero colore dorato.
Sformo i dolci quando saranno completamente freddi.
Decoro i dolci per metà con il gelè di albicocca e l’altra metà con la salsa allo zucchero, completo con la polvere di alloro e una ciuffo di panna montata.
Sono tornata!
besos
Il racconto è carinissimo, vi ci vedo! Il dolcetto è veramente particolare, con degli ingredienti anomali per una ricetta dolce e poi mi hai dato l’idea geniale di polverizzare l’alloro, non ci avevo mai pensato e tutte quelle foglie secche mi ingombrano un sacco di vasetti!
Un caro saluto 🙂
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Ciao Tatiana 🙂 Grazie del tuo commento.
Sto sperimentando anche su altri alimenti.
besos
Sally
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Dai Sallyina che sei tornata!
Epperò come minimo il raccpnto doveva concludersi in un amore eterno 🌹❤
Sherabbraccicari
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Cara Sherazade, che bello ritrovarti!
Ricordo i suoi occhioni neri e ciglia folte … che mi sono fatta scappare!! 😀 😀
beso
Sally
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Sally che bello leggerti, la storia e’ troppo bella, il dolce fantastico e la polvere d’alloro che idea geniale, sei unica, ti abbraccio tanto cara, ❤
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Cara Laura sono felice di ritrovarti 🙂 grazie!!!
besos
Sally
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❤ ❤ ❤
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