dolce amico della domenica


Mia madre cucinava le pietanze migliori nei giorni di festa, tra tutte io preferivo il risotto in bianco con la salsiccia. Questi pasti si concludevano sempre con il dolce che lei comprava nella pasticceria delle sorelle Scuda.

Ogni domenica subivo mal volentieri la tortura di andare in chiesa, ma sapevo che dopo la funzione sarei stata ricompensata dal mio dolce preferito, intanto fantasticavo di essere  altrove per non sentire la puzza di incenso. All’ultimo segno della croce scattavo fuori dai banchi per correre in pasticceria ad addentare la pesca all’alchermes e a guardare l’espositore con le pastarelle che mia madre sceglieva con cura: alla panna, cioccolato, zabaione … quegli ultimi minuti avevano il potere di cancellare l’ora precedente e far pace con mia madre.
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melannùrca al caramello, la tentazione della dolcezza


Un rito che nella mia famiglia si è sempre perpetrato, è quello di concludere il dopo cena con un dolcetto.
Il mio babbo, che produceva un liquore di mirto denso e dal colore viola che tingeva il bicchiere, a fine serata si concedeva due dita del suo liquore preferito che versava in un piccolo bicchierino da rosolio e sorseggiava. Ero ancora minorenne per condividere il gusto di quell’elisir, ma non volevo essere esclusa dalla magica atmosfera che avvolgeva quel momento dove erano presenti anche i miei fratelli e quindi per me c’era un dolcetto speciale: il carrarmato, una barra spessa di cioccolato di vari gusti, formato da quattro grossi quadrati; il mio preferito era quello bianco al latte, di colore giallo paglierino e dal profumo di vaniglia che ancora ricordo.

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mandorla arrubia, pomodoro e oliva da confetto, il mio amuse bouche preferito


Alle olive non voglio dire di no, riesco a mangiarne una quantità spropositata: nere, dolci, salate, greche……. Delle numerose varietà presenti in Sardegna le cultivar più importanti le ho assaggiare quasi tutte; dal Campidano sud-occidentale fino ai territori della Nurra e nel Sassarese, le olive per l’impiego oleario sono la Tonda di Cagliari (di alta qualità e oliva da tavola),  la Semidana (rivalutata di recente,  il cui olio  è caratterizzato da fruttato leggero e delicato),  la Nera di Gonnos (località Gonnosfanadiga –olio fruttato intenso dal gusto mediamente amaro e piccante, anche oliva da tavola), la Pizz’e Carroga (becco di cornacchia) è presente in tutta l’Isola, poco adatta alla lavorazione come oliva da mensa, la Terza grande, l’Olia Niedda (oliva nera –potrebbe identificarsi con le cultivar Paschixedda e Nera di Villacidro, adatta anche per la lavorazione come oliva da mensa in nero) e la Bosana (località Bosa – oliva nera da tavola). Ognuna di queste varietà ha delle caratteristiche che la distinguono dalle altre.

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