“Taxi a due piazze” ha inaugurato la stagione al tetro Nino Manfredi di Ostia, ma come è iniziata bene!
Da una commedia di Ray Cooney, da cui era stata tratta anche “chat a due piazze”, una versione altrettanto divertente, vede Mario Rossi (Gianluca Guidi), di statura media, dall’aspetto normale e nessun segno particolare, insomma un uomo qualunque, nella veste di un tassista sposato con Carla Rossi, marito premuroso che annota nella mini agenda tascabile acronimi che scandiscono le sue “abitudini coniugali” come: Co.Co.Ca. Coccole Con Carla o Co.Co.Ba. coccole con Barbara, anche lei Signora Rossi, così il bigamo si divide tra due mogli e due case, come dire, si sacrifica pur di non rinunciare all’amore.
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una che va con tutto: salsa infedele
Di tradimento si parla spesso: la letteratura ne trae spunto per le trame dei romanzi, i media lo utilizzano a man bassa per fare gossip e nel mondo politico è all’ordine del giorno; ma in cucina esiste il piatto traditore?
Credo che esista, forse anche più di uno! Quel cibo a cui non sappiamo resistere e gli attribuiamo la colpa di quel chilo in più che non riuscivamo a smaltire, ma non ci rinunciamo pur conoscendo il danno che ci procura, ci piace e troviamo l’astuzia di consumarlo a piccole dosi ma non lo eliminiamo definitivamente.
così come sei, mi piaci! budino di riso ai frutti di bosco
L’ultimo appuntamento del 2012 al teatro Nino Manfredi di Ostia è stato con la divertente commedia di Gabriele Pignotta.
Una coppia di giovani sposi diversamente innamorati, cioè l’uno ama l’altra fino a quando l’uno diventa l’altra e viceversa.
Ci riprovo: arrivati a un punto della relazione, come succede molto spesso, i due si rinfacciano i rispettivi difetti, riconoscendosi diversi e quindi lontani.
Per ritrovare l’armonia e il sentimento che li ha uniti, ricorrono all’aiuto di un consulente che pratica l’ipnoterapia ……. hai capito come va a finire?.
Beh, come posso non trovare attinenza con il cibo?
Da quando la cucina Francese ha esportato ricette, tecniche e terminologia, tanti chef creativi e intraprendenti hanno contribuito all’evoluzione culinaria rielaborando i piatti classici per prospettarci una nuova visione del panorama gastronomico, hanno apportato il cambiamento, hanno proposto l’alternativa a quel sapore già conosciuto.
Chi dice che le idee in cucina sono finite, credo non consideri un altro aspetto: il rapporto che il consumatore, buongustaio o gourmet ha con il cibo.
Aumenta il numero di appassionati di cucina che si cimentano ai fornelli domestici e quelli delle trasmissioni televisive, sono innanzitutto fruitori che presentano nelle loro ricette un cambiamento, spesso sono riproposti i piatti della tradizione, intramontabili e vincenti.
In tutto questo io colgo l’intenzione di voler essere protagonisti e non ospiti quando si tratta di cucina, come un richiamo a voler ricominciare dalle basi per trovare un’altra interpretazione alla pietanza. In questo percorso ogni nuova versione del cibo troverà apprezzamento.
Quante ricette si prestano a essere ipnotizzate per passare dal dolce al salato, da essere antipasto a piatto di mezzo; mi viene in mente il pane, impasti base come la frolla, il muffin, il bugalof (nome della mia ricetta di torta-focaccia che può essere salata o dolce, sostituendo tre ingredienti).
Alla fine cosa resta? Che nella varietà di proposte alimentari, il nostro personale gusto è soddisfatto dalla pietanza che ci piace così com’è.
Ho scelto questa mia ricetta
Budini di riso ai frutti di bosco
Occorrente per 8 budini
230gr latte *
180gr riso originario *
2 albumi *
sale un pizzico *
1 foglio di colla di pesce o due pizzichi di agar-agar *
60gr mandorle pelate *
65gr zucchero
25gr rum
essenza di mandorle qualche goccia
vanillina un pizzico
frutti di bosco
Lascia il riso sotto l’acqua corrente per dieci minuti poi cuoci per dieci minuti in abbondante acqua, scola e risciacquare per eliminare l’amido.
Metti in ammollo il foglio di colla di pesce in acqua fredda.
Fai prendere bollore al latte e versa il riso freddo, aggiungi il sale e cuoci fino a far assorbire tutto il latte, versa lo zucchero e la colla di pesce ammorbidita e spegni il fornello, poi frulla per ottenere una crema liscia, se necessario passala al colino.
Monta a neve ferma gli albumi e uniscili al riso ancora caldo, mescola con delicatezza, aggiungi mandorle tritate finemente, vanillina, essenza di mandorle e il rum, amalgama il composto e versa in 8 stampini per dolci.
Fai raffreddare a temperatura ambiente, poi metti gli stampini in frigorifero per far solidificare i budini, quando saranno pronti, sformali e spolverizza con zucchero a velo, decora con i frutti freschi, alcuni puoi frullarli con poco zucchero per completare la decorazione del piatto.
La versione salata la ottieni sostituendo gli ingredienti senza asterisco *, con:
zafferano
parmigiano tre cucchiai abbondanti
noce moscata un pizzico
Per accompagnare i budini salati, se non li servi come piccolo appetizer, puoi friggere alcuni bastoncini di zucchina o di melanzana.
complice il quinto gusto
Una moglie gelosa, un marito iùda e libertino, una figlia sconsiderata, una cameriera scostumata, la commedia degli intrighi e degli equivoci debutta con il sospetto. Una piacevole serata al teatro Nino Manfredi di Ostia, con Luigi De Filippo in cani e gatti (marito e moglie).
Sulle disgrazie altrui c’è sempre da ridere, la gelosia miete vittime e le porta a gesti impulsivi che si rivelano quasi ridicoli, poi l’intervento dell’amico di famiglia e la complicità dei parenti, farà riappacificare la coppia ma …….
Molti i conuigi coinvolti che cadono nella trappola della gelosia in questa rappresentazione; persino i genitori anziani, legati da trentaquattro anni di vita amorosa e felice, rischiano la separazione.
Nei rapporti affettivi, più momemti di intesa si condividono, più il legame si consolida.
Rientriamo dal teatro, chiacchieriamo, ridiamo per le gag, è quasi mezzanotte e un piatto di spaghetti ci sta proprio bene.
C’è forse miglior luogo della cucina, dove tutti i sensi sono partecipi e protagonisti ? Il teatro del gusto.
Non c’è altro luogo o attività dove le nostre percezioni sono chiamate a raccolta tutte contemporaneamente. Armeggiare tra pentole e forchette condividendo lo stesso spazio, in armonia di gesti e sguardi. Inspirare il profumo delle erbe fresche tritate: basilico, origano, prezzemolo, dal tono agro-amaro, i colori che si incontrano del pomodoro rosso e il bianco dell’aglio apportano il carattere aspro- dolce, ascoltare il suono della fusione con l’olio in padella evoca una stagione appena trascorsa. La pasta è cotta, il vino è nel bicchiere e noi siamo pronti. Anche l’umami sarà testimone di questa bella serata.
ruberia in cucina. Bauletti di indivia e gamberoni
Di recente a teatro, il Nino Manfredi di Ostia, ho assistito alla rappresentazione di Giorgio Albertazzi che racconta Puccini. Avevo il timore che la messa in scena fosse impegnativa, che non avrei mantenuto la concentrazione o peggio che mi sarei annoiata. Nulla di tutto quel che avevo previsto, il Maestro ha sostenuto un monologo iniziale che mi ha preso da subito; tra ironia e distacco ha percorso la vita dell’autore, identificandosi in lui per ripercorrere i suoi passi, i legami sentimentali con le donne, diventate poi i personaggi femminili dei suoi drammi. L’attore ha esordito dicendo che spesso il lavoro di un artista è scopiazzato, saccheggiato, per essere usato in parte, da altri compositori. Un vero furto.