favette e mandorle, un “regalino” per tutti


Nei film di Ken Loach ai protagonisti è data un’opportunità che non sarà risolutiva ai loro problemi, ma li renderà consapevoli.

Il regista racconta storie di gente comune disagiata e le difficoltà che le loro vite comportano; il film “the angel’s share“, tradotto in la parte degli angeli, è la storia di un giovane scozzese sbandato che deve scontare una condanna, trasformata in ore di lavoro sociale, che lo avvicinerà al responsabile del gruppo cui è stato assegnato: Harry.
Robbie s’impegna a voler cambiare il corso della sua giovane vita, motivato dall’amore e dall’arrivo di un figlio, ma sembra che il destino sia già stato tracciato e il passato criminoso, unito al disprezzo da parte del suocero, è di ostacolo al suo fragile progetto.

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mandorla arrubia, pomodoro e oliva da confetto, il mio amuse bouche preferito


Alle olive non voglio dire di no, riesco a mangiarne una quantità spropositata: nere, dolci, salate, greche……. Delle numerose varietà presenti in Sardegna le cultivar più importanti le ho assaggiare quasi tutte; dal Campidano sud-occidentale fino ai territori della Nurra e nel Sassarese, le olive per l’impiego oleario sono la Tonda di Cagliari (di alta qualità e oliva da tavola),  la Semidana (rivalutata di recente,  il cui olio  è caratterizzato da fruttato leggero e delicato),  la Nera di Gonnos (località Gonnosfanadiga –olio fruttato intenso dal gusto mediamente amaro e piccante, anche oliva da tavola), la Pizz’e Carroga (becco di cornacchia) è presente in tutta l’Isola, poco adatta alla lavorazione come oliva da mensa, la Terza grande, l’Olia Niedda (oliva nera –potrebbe identificarsi con le cultivar Paschixedda e Nera di Villacidro, adatta anche per la lavorazione come oliva da mensa in nero) e la Bosana (località Bosa – oliva nera da tavola). Ognuna di queste varietà ha delle caratteristiche che la distinguono dalle altre.

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verdure crude in amuse bouche


Non ho dubbi, la primavera si è seduta nella mia terrazza.

Così come cambiano le stragioni e i guardaroba, io cambio cucina, pian pian mi allontano dai fornelli per avvicinarmi al barbeque e ai piatti freddi; scelgo preparazioni veloci senza rinunciare al gusto per diversi motivi : il caldo (devo occuparmi della manutenzione della terrazza, devo farlo altrimenti la primavera scappa!), il lavoro e non ultimo questo quaderno.

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amuse bouche e ti dirò chi sono


Gli amuse-bouche non sono  stuzzichini o finger food e nemmeno antipasti, si presentano in formato mignon per annunciare il menù e le portate che seguiranno.  La traduzione del termine significa: che diverte la bocca, mises en bouche invece sta per: in un boccone.
Il termine Francese originale è amuse-gueule, modificato negli anni ’80 in amuse bouche con l’esordio della Nouvelle Cusine, in cui si introduce un concetto importante: più piccolo e dal sapore intenso, questo mini assaggio offre uno scorcio dell’approccio dello chef all’arte della cucina.

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