prazzida, la generosità a tavola


Mia madre non era una gran cuoca, mia nonna cucinava quattro cose compreso il pane, ma mia zia Eleonora era una gran curiosa e in cucina aveva più di un asso nella manica, ci sorprendeva sempre con pietanze estremamente semplici che ho scoperto appartenere alla tradizione di altri territori della Sardegna.

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la colomba pasqualina


E anche l’ultima colombella ha spiccato il volo, lasciando il forno al suo solito tran tran profumato d’arancia e vaniglia.
Riuscirò a tentarti e portarti sulla strada della perdizione con questa ricetta? 😀 😀 😀 è una via senza ritorno! Se, come me, sarai ammaliata dai grandi lievitati, non ti resta che azzardare 😉
Sono così follemente innamorata dei lieviti che mi stupisco sempre della loro riuscita, perchè a volte è una scommessa di cui non conosco l’esito se non a fine cottura.
La ricetta di oggi è differente da quella precedente, questa che ti propongo compie diciotto anni e l’ho perfezionata nel tempo.

colombina e tanti Auguri!

fetta

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La Pasqua inizia dal bugalof


Mi sono accorta che in precedenza avevo nominato il bugalof senza raccontare la sua origine e oggi è arrivato il momento di riconoscergli il ruolo che riveste nella mia cucina.

Premetto che da bambina avevo una particolare predisposizione a pasticciare e mescolare improbabili ingredienti che nella mia fantasia diventavano la pappa per le bambole, in realtà poi costringevo i miei compagni di gioco a sostituirsi alle bambole e per finzione lasciarsi imboccare.

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la colomba Materana


Vola ..Vola bella!! L’ulivo in bocca non l’avrai mai ma porterai pace a tutte quelle bocche golose!! Vola…Vola candida e soffice!! Fatta da mani che ti conoscono bene. Fai sorridere anche  loro…con l’acquolina in bocca. Vola..Vola profumata !! Sei cresciuta lentamente sotto gli occhi di tua madre. Mi ricordi un po tuo fratello nato in Dicembre. Vola…Vola ben attesa! Da tutti che ti aspettano come sempre… anticipatamente. Senza di te la tradizione non ha gusto.
il commento dello Chef Mario Andrisani alla fotografia.

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torta al cioccolato, la sorpresa nell’uovo per Carlo


Quando ho la conferma di essere stimata pur non avendo dimostrato completamente il mio valore, mi sento quasi imbarazzata e una sorta di timidezza cerca di prendere il sopravvento, se a questo aggiungo di essere inclusa tra gli amici di Carlo il mio cuore si riempie di gioia.

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pizza salata, una parte d’Italia a tavola


. . . . . . .  il seguito

Che profumi!! La cioccolata calda nelle tazze per cominciare.
– non ti farai problemi spero
– no, no, guardo voi e imparo 🙂
– io non sono romana, mio marito si, fai come lui.

La colomba a fette come fosse un panino, farcito con cioccolato fondente che scrocchia in bocca.
Il salame da spalmare, ma sopra cosa? Eccola li, alta come un panettone che domina tutti gli altri cibi, superba e dorata: la pizza di pasqua.
Questa ricetta è passata di mano in mano, attraversando alcune regioni della penisola modificata e rimodificata, ecco come è arrivata fino a me.
– ti scrivo la ricetta, io la faccio a occhio, così mi ha insegnato chi me l’ha data
e chi ti ha dato la ricetta?
– un’amica che l’ha avuta da un’amica che l’ha avuta …….

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La preparazione di questa pizza al formaggio, che dovrebbe avere tradizioni umbre, è stata trasmessa da una donna molisana che a sua volta l’ha avuta da una donna abruzzese la cui mamma di origini campane l’ha avuta da una donna toscana.
Ma nei vari passaggi, visto che le donne sono saggie, hanno mantenuto il legame con la ricetta originale anche se con qualche piccola variazione.

Pizza al formaggio per la colazione pasquale

– se non hai il lievito madre puoi sostituiro con lievito di birra
– se usi la planetaria lavora con il gancio a bassa velocità
– la preparazione avviene in tre fasi, sempre con intervalli per la lievitazione.

occorrente per la pizza da 1 chilo:
fase 1
400gr farina di forza
50gr lievito madre
50gr acqua a temperatura ambiente
1 cucchiaino di zucchero
un pizzico abbondante di sale

  • sciogli il lievito madre nell’acqua e unisci lo zucchero, otterrai la consistenza di una crema, aggiungi la farina setacciata e infine il sale, alla fine della lavorazione copri con un telo umido e fai lievitare per 12 ore a temperatura di 20/25°
  • se adoperi lievito di birra, la quantità sarà dimezzata ma il tempo di lievitazione sarà di tre giorni in ambiente buio e asciutto

fase 2
600gr farina 0
250gr di litro di latte tiepido
100gr burro morbido a temperatura ambiente
1/2 bicchiere di olio evo
200gr pecorino romano grattato
5 uova a temperatura ambiente

  • riprendi l’impasto e aggiungi il latte, quando si sarà sciolto unisci le uova una per volta, quando saranno incorporate puoi aggiungere alternando: la farina setacciata, l’olio, il pecorino, il burro, tutto a piccole dosi
  • quando avrai unito tutti gli ingredienti  e ottenuto una massa spumosa e morbida – la prova è l’elasticità dell’impasto –  metti a lievitare per 40 minuti, sempre a 20/25° gradi – nel caso dell’uso di lievito di birra, la lievitazione durerà un giorno intero
  • dopo il tempo di riposo trasferisci l’impasto nello stampo per panettone, quello di carta, e lascia lievitare per  quattro ore dentro il forno spento dove avrai inserito un piccolo tegame con acqua bolente, per garantire un tasso di umidità che aiuterà la lievitazione e non seccherà la massa – con lievito di birra il riposo dell’impasto durerà 6 ore
  • togli l’impasto dal forno, accendi e porta a 180°, una volta raggiunta la temperatura inforna e cuoci per 40/50 minuti, verifica la cottura con uno stecchino prima di sfornare, deve avere un colore dorato
  • fai raffreddare per qualche ora e poi servi la pizza

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Auguri
anche Filippo vuole farti gli auguri e si è messo in posa, lui preferisce la pasquetta!

ho avuto questa ricetta da un’amica che l’ha avuta da un’amica ……. prendi anche tu questa ricetta viaggiatrice e racconta la sua storia.

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