spaghetti e torta salata, sapori e ricordi al formaggio


Quando ho sentito nominare per la prima volta le Marche avevo poco più di sei anni e ancora non andavo a scuola, i confini territoriali del mio piccolo mondo si estendevano da casa fino all’argine paludoso includendo la strada, la bottega della signora Ginetta, la latteria e il piccolo bar di Gigi. Erano per me tutti luoghi di divertimento tranne che da Ginetta: piccolo emporio alimentare che lei vigilava dall’alto del bancone che aveva la pedana rialzata e le permetteva di dominare l’ambiente nonostante il suo metro e venti di altezza. Usuraia e malfidata, concedeva credito ma solo su alcuni prodotti alimentari che vendeva a caro prezzo, tra i quali il pecorino era al primo posto seguito da altri formaggi e insaccati territoriali; il pregiato formaggio aveva due linee di vendita: polpa intera con poca crosta da mangiare col pane e grattugiato che invece comprendeva in prevalenza la crosta scartata e ben poca polpa.

Continua a leggere

paccheri alla ciliegia


Il clima di quest’anno ha influenzato le colture e sui banchi del mercato sono in bella mostra ortaggi che normalmente si raccoglierebbero nei prossimi mesi; alcune verdure non hanno maturato il loro caratteristico sapore, ma sembrano promettere bene.

Il frutto che aspetto con impazienza è la ciliegia che al contrario della mela, a mio parere,  è il frutto peccaminoso, tentatore più del serpente nell’eden e così versatile in cucina.

Il mio babbo aveva due ciliegi sui quali fino all’età di settant’anni si arrampicava per cogliere i frutti. Giugno per me era il mese dell’amore, babbo rientrava con le ceste cariche dei piccoli frutti rosso purpureo e mi appendeva i piccioli alle orecchie, poi li intrecciava formando una collana intorno al mio collo. Ero innamorata di quei gesti, dei frutti e di mio padre.

Continua a leggere

spìzzulu al Cannonau, un vero gioiello


La bellezza di questa pasta fatta a mano  ricorda l’arte orafa della filigrana Sarda e merita la passione di queste parole
……. Sa conca a pala mujada
Subra su tuju tou b’ est salenu meu
Pesa sas laras tua bellas
Durches che-i su mele subra sas mias
Balla, balla che una foza
In brazos de su entu …….

Continua a leggere

melanzana nana accomodata, un gesto gentile


Uno tra gli oggetti che mi lega alla mia terra e ai miei parenti è lo scanno, una piccola sedia artigianale da camino.
In quasi tutte le case sarde dove c’è il camino non deve mancare la seggiola, posta nell’angolo adiacente al fuoco che i padroni di casa cedono con generosità all’ospite, come fosse il posto d’onere a lui riservato.

Continua a leggere

polletto al miele farcito in economia


Ho tanti ricordi della mia infanzia, non sempre nitidi ma alcuni indelebili come la preparazione della gallina ripiena, una ricetta che fu di mia nonna Barbara poi di mia madre Rosa.
La ricetta originale era molto semplice: si prende un gallina ben pulita, intera e spennata, la si imbottisce con un impasto di pane raffermo, aglio, prezzemolo, sale, uova, formaggio grattato e latte, una specie di polpettone economico.
Col passaggio da madre in figlia la preparazione della farcitura ha subito una variazione, una buona parte del pangrattato è stata sostituita con carne macinata di maiale o di manzo.

Continua a leggere