malloreddus, ed è subito casa


Lo spot pubblicitario più incisivo è  quello che mira ai nostri sentimenti, lo so e non mi lascio influenzare, ma quando sento nominare un prodotto sardo immediatamente associo immagini di figure e paesaggi che mi sono cari.

Tutte le nostalgie, soprattutto quelle dei sapori, secondo me sono strettamente incatenati ai luoghi a cui appartengono.  Il cibo territoriale non nasce a caso, si lega a tanti fattori che per questo lo rendono tipico e se non ne conosci il vero sapore non potrai riprodurlo nel modo migliore 😉

Questo è un invito a viaggiare in altre terre e nel cibo che esse offrono.
…….
Io vivo di accenti, di presentimenti
Profumi che sento nell’aria
E vivo di slanci, di moti profondi
Fugaci momenti di gloria
E nel silenzio del mondo
Io sento echi di infinito
…….               
(echi d’infinito A.Ruggeri)

e voi di cosa vivete?

malloreddus

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fettuccine di lenticchie. Tutto torna


Ci siamo quasi: ho terminato il post con la prima puntata del viaggio in Argentina, ho realizzato alcune ricette della Patagonia, il mio polso ha riacquistato la sua mobilità e le feste si avvicinano.

Cosa manca ancora? Concludere gli impegni prima che inizi il nuovo anno  senza dichiarare ancun buon proposito 😀  Ho poco tempo ……. ecco che tutto torna.

Questa ricetta può essere un’idea per la cena della vigilia.

fettuccine di lenticchie con ragù di verdure
e crema di calamaro

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pasta di semola, un “pizzico” di gioiello


La bellezza di questa pasta fatta a mano  ricorda l’arte orafa della filigrana Sarda e merita la passione di queste parole
……. Sa conca a pala mujada
Subra su tuju tou b’ est salenu meu
Pesa sas laras tua bellas
Durches che-i su mele subra sas mias
Balla, balla che una foza
In brazos de su entu …….

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orecchiette all’arancia, ritmo e vitalità


Devo dare di gas
Voglio energia
Metto carbone e follia
Se mi rilasso collasso
Mi manca l’aria e l’allegria perciò…
….
Attenziò
Concentraziò
Ritmo e vitalità …….
(Beppeana – Bandabardò)

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àmbulau, una polenta antica per Mangiare Matera


Questo nuovo anno è stato subito annunciato da lieti eventi e spero ne seguano altri.

Tuttopensare con il suo cappuccino, io con il mio caffè, davanti alla finestra mentre guardiamo il mare:
– finalmente ci siamo! quest’anno festeggiamo vent’anni dal primo bacio, estinguiamo il mutuo e compio cinquant’anni!!
– ciumbia!! (deglutisco) devo pensare al tuo regalo ……. anzi ai tuoi regali (deglutisco cercando di farmi venire in mente qualcosa)

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coccoi il pane della tradizione


Quando mia nonna svolgeva i lavori domestici, indossava il costume tipico del suo paese,  Sinnai; lo vestiva al rovescio nei giorni feriali, portava la sottogonna nera  che proteggeva  la gonna ricca di preziosi  ricami, la camicia bianca senza corpetto e un grande fazzoletto marrone sul capo. I giorni di feste importanti invece sfoggiava la gonna, il corpetto anche questo ricamato, la camicia si impreziosiva della collana di filigrana e completava con il copricapo nero e oro.
Poche volte ho avuto l’occasione di vedere mia nonna in tutta la sua “eleganza”, tranne quando la vidi che sfornava su coccoi per il matrimonio di una sua nipote.

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maccarronis per s.valentino, menù rock, un classico sempre di moda


La  musica rock  ti piace o non ti piace, nessun compromesso.
Spesso mi capita di ascoltare un brano rock e, pur non conoscendo il brano, l’autore o  l’interprete, sento che mi esplode dentro, che il suono degli strumenti mi fa vibrare e vorrei conoscere il testo e le note per poterlo suonare e cantare.
Trovo che questo genere musicale, così istintivo e immediato, si accompagni con preparazioni gustosamente legate alla tradizione.

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