zuppetta di zucca e verza con Ubaldino in doppia cottura


Quanto è faticoso riprendersi dopo una vacanza, tutte le energie dedicate al viaggio sembrano venir meno quando si fa rientro alla quotidianità: maggiore è il piacere dei luoghi visitati, tanto più difficile è dimenticarli. Mi sono consolata con un dolce che avrebbe dovuto placare la nostalgia di quei luoghi, ma il suo benefico effetto è stato di breve durata: avevo bisogno di nuovo carburante per ritrovare la mia verve e ci sono riuscita grazie a i “latti da mangiare” della Fattoria Il Palagiaccio, un vero toccasana!
Non conoscevo i prodotti di questo caseificio, oggi posso dire che almeno uno l’ho assaggiato e mi sono trattenuta dal divorarlo; perchè mi piace dare del “tu” al cibo e stabilire un’intima confidenza con il suo gusto, per non dimenticarne il sapore e archiviarlo in un punto ben preciso del palato. Mi piace anche conoscere altri produttori di territori che non sono il mio, o dovrei dire i miei essendo sarda di nascita e romana di adozione 🙂 , questo contest mi da l’opportunità di farlo con la mia ricetta e di sostenere Il Palagiaccio con la sua iniziativa.
Lo sai che in cucina uso solo prodotti di stagione e non ammetto trasgressioni 😉 perciò inizio a presentarti la ricetta:

zuppetta di verza allo speck con sfere di zucca
e Gran Mugello Ubaldino

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cavolo! zucca e guanciale di Amatrice


cavolo! accipicchia! mannaggia! ciumbia! zozza paletta, mannaggia li pescetti …….  che sia ammirazione, stupore, impazienza o contrarietà,  alzi la mano chi non ha imprecato almeno una volta; a me capita, non di rado e soprattutto in questo periodo a causa di un forte dolore che mi ha compromesso la spalla destra, limitando i movimenti e riducendo notevolmente le ore di sonno.

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pasta di semola, un “pizzico” di gioiello


La bellezza di questa pasta fatta a mano  ricorda l’arte orafa della filigrana Sarda e merita la passione di queste parole
……. Sa conca a pala mujada
Subra su tuju tou b’ est salenu meu
Pesa sas laras tua bellas
Durches che-i su mele subra sas mias
Balla, balla che una foza
In brazos de su entu …….

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frittelle di formaggio e vino, mangiare in compagnia


Mangiare in compagnia porta sempre l’allegria.

Mia zia sosteneva che a tavola non si devono affrontare argomenti che possono far nascere discussioni e malumori, perchè il momento della convivialità è gioia e buonumore. Aveva ragione.

I miei  ricordi di buon cibo  si legano al ricordo dell’amicizia, della spensieratezza e degli affetti familiari; l’ora di ricreazione a scuola e le merende, sempre poche e divise con i compagni e la pizzetta al taglio consumata allegramente il pomeriggio, mentre si passeggiava in città.

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pane e biscotto, siete segnati!


Se capita che la realtà dei fatti è molto più simile ad una favola; se accade che a stupire è un materiale antico, se succede che l’empatia è immediata …….

C’è una principessa di nome Sara e il suo principe Massimo, vivono in un Cas(t)iello che lui ha tornito con grande maestria;
ogni oggetto ha preso forma dalle sue mani; acero, cedro, ulivo, tanganika, mogano, wengè e okumè sono i legni pregiati che ha usato per realizzare gli oggetti del loro regno, onorando la lunga tradizione dei suoi conterranei.

Ci sono magia e calore nei manufatti e l’armonia delle forme esprime la cura e l’attenzione che Massimo dedica a realizzarle.

“Il legno rivela ogni volta la sua naturale e sempre sorprendente bellezza”

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carote e zucca con liquirizia


La casa dei miei genitori è sempre stata un porto di mare, gli amici trovavano sempre la porta aperta.

Mi manca quell’atmosfera che è tipica del Sud, l’uso di far visita agli amici senza preannunciare l’arrivo; lo squillo del campanello era la nota d’inizio della festa,  i cibi semplici da condividere, il vino rosso con la gassosa e la convivialità ci univano.

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s.valentino menù soft: al gusto non si comanda. Sacchetti con seppia in brodo di zucca


Eccomi qua! Porto il terzo e ultimo menù pensato e realizzato per la festa dei Valentini & Valentine.

Questo è il risultato di un progetto che avevo in mente ma non riuscivo a completare, poi all’improvviso mentre preparavo gli ingredienti …….

SOFT
menù e musica
Mare/ di Sally – My baby just cares for me di Nina Simone
Gelée di mela verde, trota e pesto alla brontese –  Jast the way you are di Billy Joel
Au coeur du riz – I sing just to know that i’m alive di Nina Simone

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non li lascio raffreddare…….tortelli da confezionare e assaggiare


È arrivato il momento di confezionare i tortelli, stendo la sfoglia molto sottile, ritaglio con i coppapasta di varie misure un numero di dischi da farcire,  chiudo e sigillo la sfoglia.

       

Questo è il mio piccolo “esercito”.

            

Per la cottura sono sufficienti 3 minuti, conditi con burro fuso,  pioggia di parmigiano e noce moscata fresca.

il tortello di zucca


Ammetto che il  tortello di zucca, quello dolce con mostrarda e amaretti, non mi entusiasma, allora perchè non personalizzarlo?

La zucca cotta in forno con un rametto di rosmarino a temperatura non superiore a 160° per almeno 1 ora, tempo necessario a far perdere l’acqua, ripulita di buccia e di semi e lasciata raffreddare, ho aggiunto in proporzione al peso della zucca pulita questi ingredienti: parmigiano e ricotta salata 1/10, mandorle tritate  la metà del peso dei formaggi, a piccole dosi la noce moscata, ho sempre assaggiato l’impasto dopo aver aggiunto i singoli ingredienti e secondo il mio gusto, il dolce della zucca non prevale ma resta sempre l’ingrediente principale, ora puoi decidere quale strumento utilizzare per sminuzzarla…… io adopero gli strumenti che ho a disposizione: frullo tutto. In frigorifero per tutta la notte a riposare, intanto preparo la sfoglia…..

L”impasto che preparo con:
100 grammi di farina debole “0”,
1 uovo più un tuorlo, lo lavoro per i primi minuti con la planetaria, poi proseguo a mano ancora un minuto, avvolgo in telo di lino e cellophane e anche questo al fresco a tener compagnia alla povera zucca sfatta.

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