coccoi il pane della tradizione


Quando mia nonna svolgeva i lavori domestici, indossava il costume tipico del suo paese,  Sinnai; lo vestiva al rovescio nei giorni feriali, portava la sottogonna nera  che proteggeva  la gonna ricca di preziosi  ricami, la camicia bianca senza corpetto e un grande fazzoletto marrone sul capo. I giorni di feste importanti invece sfoggiava la gonna, il corpetto anche questo ricamato, la camicia si impreziosiva della collana di filigrana e completava con il copricapo nero e oro.
Poche volte ho avuto l’occasione di vedere mia nonna in tutta la sua “eleganza”, tranne quando la vidi che sfornava su coccoi per il matrimonio di una sua nipote.

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Caschettas è dolce Mangiare Matera


Il blog di Teresa ospita l’iniziativa di Mangiare Matera, un nuovo contest che renderà possibile anche a noi, avvicinarci ai sapori della Lucania, io partecipo con le mie ricette realizzate con i prodotti tipici del materano.

Che cos’è Mangiare Matera?  “Il marchio MANGIARE MATERA vuole portare, sulle nostre tavole e nelle nostre cucine, il meglio della produzione agroalimentare lucana. Ogni prodotto è selezionato con cura, seguito dal campo sino alla tavola, per farci riscoprire i sapori genuini di un tempo.”

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pane e biscotto, siete segnati!


Se capita che la realtà dei fatti è molto più simile ad una favola; se accade che a stupire è un materiale antico, se succede che l’empatia è immediata …….

C’è una principessa di nome Sara e il suo principe Massimo, vivono in un Cas(t)iello che lui ha tornito con grande maestria;
ogni oggetto ha preso forma dalle sue mani; acero, cedro, ulivo, tanganika, mogano, wengè e okumè sono i legni pregiati che ha usato per realizzare gli oggetti del loro regno, onorando la lunga tradizione dei suoi conterranei.

Ci sono magia e calore nei manufatti e l’armonia delle forme esprime la cura e l’attenzione che Massimo dedica a realizzarle.

“Il legno rivela ogni volta la sua naturale e sempre sorprendente bellezza”

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pane e farina, la dedizione


Una gita “fuori porta”  per incontrare Alessandro dell’Azienda Agricola Poggi, che preferisco chiamare Famiglia.
La prima volta che ci sono andata, il navigatore non era aggiornato da molti anni e il viaggio è durato più di due ore, ma ne valeva la pena!!
Ad accogliermi c’era Emilio che mi ha mostrato con orgoglio le fasi del  processo di lavorazione dei cereali; una lezione interessante che racconta il grande lavoro ma soprattutto la vita e l’emozione di chi ha scelto di amare la terra e ad essa dedica le proprie energie.

caponata, colpo di coda dell’estate che sfuma


che cosa è il tempo? l’unità di misura che ci separa dalle persone? un intercalare che si combina con tutte le giustificazioni? forse è quel mezzo di trasporto che conduce le emozioni da un capo all’altro della nostra esistenza.

E questo il pensiero folle del giorno.
Ma riflettendo sul tempo, mi piace pensare che potrei afferrarlo per la coda e trattenerlo e assaporare al meglio le sue stagioni; un modo io lo conosco: una ricetta.

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Basilicata is on my mind


Ci sono emozioni oggettive che pervadono con sfumature comprese tra la gioia e la malinconia, di alcune si conosce la fonte che le produce mentre altre sono inaspettate; sono queste a cogliermi impreparata e come Rocco Papaleo, mi lasciano a bocca aperta!

http://www.youtube.com/watch?v=nU5QYAph65c

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datterini e totani e nota verde, l’apparenza inganna


In questi giorni Ostia ha vissuto da protagonista il festeggiamento dei 110 anni della Harley Davidson, oltre 160 mila moto  si sono spostate dal centro di Roma verso il litorale e dalla mia terrazza sentivo il rombo dei motori; le moto percorrevano il lungomare e tutte le vie di Ostia.
Non sono appassionata di moto, ma l’Halrey è un mito! Uno stile di vita!

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pizza salata, una parte d’Italia a tavola


. . . . . . .  il seguito

Che profumi!! La cioccolata calda nelle tazze per cominciare.
– non ti farai problemi spero
– no, no, guardo voi e imparo 🙂
– io non sono romana, mio marito si, fai come lui.

La colomba a fette come fosse un panino, farcito con cioccolato fondente che scrocchia in bocca.
Il salame da spalmare, ma sopra cosa? Eccola li, alta come un panettone che domina tutti gli altri cibi, superba e dorata: la pizza di pasqua.
Questa ricetta è passata di mano in mano, attraversando alcune regioni della penisola modificata e rimodificata, ecco come è arrivata fino a me.
– ti scrivo la ricetta, io la faccio a occhio, così mi ha insegnato chi me l’ha data
e chi ti ha dato la ricetta?
– un’amica che l’ha avuta da un’amica che l’ha avuta …….

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La preparazione di questa pizza al formaggio, che dovrebbe avere tradizioni umbre, è stata trasmessa da una donna molisana che a sua volta l’ha avuta da una donna abruzzese la cui mamma di origini campane l’ha avuta da una donna toscana.
Ma nei vari passaggi, visto che le donne sono saggie, hanno mantenuto il legame con la ricetta originale anche se con qualche piccola variazione.

Pizza al formaggio per la colazione pasquale

– se non hai il lievito madre puoi sostituiro con lievito di birra
– se usi la planetaria lavora con il gancio a bassa velocità
– la preparazione avviene in tre fasi, sempre con intervalli per la lievitazione.

occorrente per la pizza da 1 chilo:
fase 1
400gr farina di forza
50gr lievito madre
50gr acqua a temperatura ambiente
1 cucchiaino di zucchero
un pizzico abbondante di sale

  • sciogli il lievito madre nell’acqua e unisci lo zucchero, otterrai la consistenza di una crema, aggiungi la farina setacciata e infine il sale, alla fine della lavorazione copri con un telo umido e fai lievitare per 12 ore a temperatura di 20/25°
  • se adoperi lievito di birra, la quantità sarà dimezzata ma il tempo di lievitazione sarà di tre giorni in ambiente buio e asciutto

fase 2
600gr farina 0
250gr di litro di latte tiepido
100gr burro morbido a temperatura ambiente
1/2 bicchiere di olio evo
200gr pecorino romano grattato
5 uova a temperatura ambiente

  • riprendi l’impasto e aggiungi il latte, quando si sarà sciolto unisci le uova una per volta, quando saranno incorporate puoi aggiungere alternando: la farina setacciata, l’olio, il pecorino, il burro, tutto a piccole dosi
  • quando avrai unito tutti gli ingredienti  e ottenuto una massa spumosa e morbida – la prova è l’elasticità dell’impasto –  metti a lievitare per 40 minuti, sempre a 20/25° gradi – nel caso dell’uso di lievito di birra, la lievitazione durerà un giorno intero
  • dopo il tempo di riposo trasferisci l’impasto nello stampo per panettone, quello di carta, e lascia lievitare per  quattro ore dentro il forno spento dove avrai inserito un piccolo tegame con acqua bolente, per garantire un tasso di umidità che aiuterà la lievitazione e non seccherà la massa – con lievito di birra il riposo dell’impasto durerà 6 ore
  • togli l’impasto dal forno, accendi e porta a 180°, una volta raggiunta la temperatura inforna e cuoci per 40/50 minuti, verifica la cottura con uno stecchino prima di sfornare, deve avere un colore dorato
  • fai raffreddare per qualche ora e poi servi la pizza

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Auguri
anche Filippo vuole farti gli auguri e si è messo in posa, lui preferisce la pasquetta!

ho avuto questa ricetta da un’amica che l’ha avuta da un’amica ……. prendi anche tu questa ricetta viaggiatrice e racconta la sua storia.

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firma

macaron …….è dolce la vita


Macaron o maccaron?
CrazyElio mi spiega, gran maestro in fatto di Macaron, “è un dolce Francese, un mini amaretto di meringa”.

Che bella giornata abbiamo trascorso insieme, il nostro è più che un gemellaggio, le affinità sono tante.
Ci ritroviamo ai fornelli, cuciniamo e ci raccontiamo; da quando siamo amici? da sempre!

Oggi ci siamo scambiati le nostre origini con le ricette ereditate dalle nostre nonne, Crazy ha preparato le frappe e io le zeppole,  dolci che hanno origini antiche come le nostre terre. Lui Siciliano io Sarda …….

Questa mattina quando sono arrivata a casa sua, abbiamo sorseggiato un ottimo caffè – ha tutte le miscele, in capsule colorate, e quando mi chiede quale vuoi assaggiare? rispondo sempre: fai tu, mi fido – prima di iniziare a cucinare.

Credo che i Macaron di Elio diventeranno famosissimi, perchè sono buoni – lo dico io che non mangio questi dolcetti, ma quelli di Crazy si! -,
questi sono i cuori farciti alla marmellata di fragole e cremosa di limone  e i bottoncini con la cremosa al caffè di Bacco

bacco

 

 

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maccarronis per s.valentino, menù rock, un classico sempre di moda


La  musica rock  ti piace o non ti piace, nessun compromesso.
Spesso mi capita di ascoltare un brano rock e, pur non conoscendo il brano, l’autore o  l’interprete, sento che mi esplode dentro, che il suono degli strumenti mi fa vibrare e vorrei conoscere il testo e le note per poterlo suonare e cantare.
Trovo che questo genere musicale, così istintivo e immediato, si accompagni con preparazioni gustosamente legate alla tradizione.

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